lunedì 20 novembre 2006

mappa concettuale




La mappa concettuale qui rappresentata vuole evidenziare in maniera molto semplice il percorso che un prodotto compie per arrivare alle nostre tavole partendo dal campo del coltivatore individuale. evidenziati in blu vediamo i due estremi del viaggio: il mittente ed il destinatario. evidenziati in nero vi sono tutte quelle tappe del viaggio che portano il prodotto ad un cosiderevole passo avanti dal punto di vista spaziale nel suo cammino fino alle nostre tavole... il grossista magari permette al pordotto di superare i confini locali e raggiungere luoghi lontani sempre all'interno dei propri confini nazionali, la compagnia multinazionale permette al prodotto di diventare internazionale e raggiungere luoghi molto lontani. nel caso del commercio equo-solidale l'unico intermediario tra i confini locali e quelli internazionali è la cooperativa che definiremo glocale in quanto si muove dal locale al globale raggiungendo punti lontani del mondo. questa mappa ha uno scopo dimostrativo di conoscenze già acquisite e mostra come il percorso che il prodotto compie attraverso il mercato solidale è molto più breve e veloce.
Ecco una fiaba sulla felicità che può avere un contadino che vive a contatto con la natura:

Un Re aveva un figlio unico e gli voleva bene come alla luce dei suoi occhi. Ma questo Principe era sempre scontento. Passava giornate intere affacciato al balcone, a guardare lontano. Ma cosa ti manca? - gli chiedeva il Re. - Che cos'hai? Non lo so, padre mio, non lo so neanch'io. Sei innamorato? Se vuoi una qualche ragazza dimmelo, e te la farò sposare, fosse la figlia del Re più potente della terra o la più povera contadina! No, padre, non sono innamorato.E il Re a riprovare tutti i modi per distrarlo! Teatri, balli, musiche, canti; ma nulla serviva, e dal viso del Principe di giorno in giorno scompariva il color di rosa.Il Re mise fuori un editto, e da tutte le parti del mondo venne la gente più istruita: filosofi, dottori e professori. Gli mostrò il Principe e domandò consiglio. Quelli si ritirarono a pensare, poi tornarono dal Re. Maestà, abbiamo pensato, abbiamo letto le stelle; ecco cosa dovete fare. Cercate un uomo che sia contento, ma contento in tutto e per tutto, e cambiate la camicia di vostro figlio con la sua.Quel giorno stesso, il Re mandò gli ambasciatori per tutto il mondo a cercare l'uomo contento.Gli fu condotto un prete: - Sei contento? - gli domandò il Re.- Io si, Maestà!- Bene. Ci avresti piacere a diventare il mio vescovo?- Oh, magari, Maestà! Va' via! Fuori di qua! Cerco un uomo felice e contento del suo stato; non uno che voglia star meglio di com'è. E il Re prese ad aspettare un altro. C'era un altro Re suo vicino, gli dissero, che era proprio felice e contento: aveva una moglie bella e buona, un mucchio di figli, aveva vinto tutti i nemici in guerra, e il paese stava in pace. Subito, il Re pieno di speranza mandò gli ambasciatori a chiedergli la camicia.Il Re vicino ricevette gli ambasciatori, e: - Si, si, non mi manca nulla, peccato però che quando si hanno tante cose, poi si debba morire e lasciare tutto! Con questo pensiero, soffro tanto che non dormo alla notte!- E gli ambasciatori pensarono bene di tornarsene indietro.Per sfogare la sua disperazione, il Re andò a caccia. Tirò a una lepre e credeva d'averla presa, ma la lepre, zoppicando, scappò via. Il Re le tenne dietro, e s'allontanò dal seguito. In mezzo ai campi, sentì una voce d'uomo che cantava la falulella . Il Re si fermò: " Chi canta cosi non può che essere contento! " e seguendo il canto s'infilò in una vigna, e tra i filari vide un giovane che cantava potando le viti. - Buon di, Maestà, - disse quel giovane. - Così di buon'ora già in campagna? - Benedetto te, vuoi che ti porti con me alla capitale? Sarai mio amico. - Ahi, ahi, Maestà, no, non ci penso nemmeno, grazie. Non mi cambierei neanche col Papa.- Ma perché, tu, un cosi bel giovane... - Ma no, vi dico. Sono contento così e basta. " Finalmente un uomo felice! ", pensò il Re. - Giovane, senti: devi farmi un piacere. - Se posso, con tutto il cuore, Maestà. - Aspetta un momento, - e il Re, che non stava più nella pelle dalla contentezza, corse a cercare il suo seguito: - Venite! Venite! Mio figlio è salvo! Mio figlio è salvo -. E li porta da quel giovane. - Benedetto giovane, - dice, - ti darò tutto quel che vuoi! Ma dammi, dammi... - Che cosa, Maestà? - Mio figlio sta per morire! Solo tu lo puoi salvare. Vieni qua, aspetta! - e lo afferra, comincia a sbottonargli la giacca. Tutt'a un tratto si ferma, gli cascano le braccia.L'uomo contento non aveva camicia.

sabato 18 novembre 2006

MERCATINO EQUO-SOLIDALE








QUESTO E' UN MECATINO SOLIDALE DOVE PUOI ACQUISTARE VENDERE I PRODOTTI CHE NOI STESSI ABBIAMO CREATO

Progetto scuola per il mercato solidale


Chi entra nel negozio la prima volta per un momento si trova spaesato: sugli scaffali e allineata la merce di vario tipo come in un qualsiasi minimarket, in grado di offrire di tutto un po', dai prodotti alimentari a oggetti di consumo, giocattoli, articoli sportivi. Eppure si awerte una sottile impressione di differenza, come se ci fosse una nota diversa. Poi, dopo un attimo, guardando piu da vicino, tutto si chiarisce. Ci sono tutti i prodotti, alimentari e no, ma le confezioni sono completamente diverse. Te e caffe, cacao e arachidi, riso e germogli di soia sono li, in bella mostra, ma neppure una scatola riporta i march! famosi, che tutti conosciamo perche una pubblicita onnipresente prowede a farceli ricordare. Tutti i prodotti hanno nomi diversi, le confezioni sono piu semplici e meno sgargianti ma in compenso per ognuno si trova una scheda molto chiara.
Questa riporta tutti i dati sulla composizione e la qualita del prodotto, ma non solo: si descrivono le condizioni economiche e sociali del paese di provenienza, le caratteristiche della cooperativa che 1'ha prodotto, i metodi di lavorazione utilizzati e persino la composizione del prezzo finale, in modo che 1'acquirente sappia esattamente quanta parte di cio che paga andra ai produttori.
Inoltre su ogni confezione si vede ben in grande il marchio con 1'indicazione TransFair, con il "logo"caratteristico: la figura umana, divisa tra il bianco e il nero, che sullo sfondo di un mondo stilizzato regge due ciotole, uguali per dimensioni.
E' il marchio che contraddistingue i prodotti del commercio equo e solidale, il sistema di produzione e di distribuzione dei prodotti dei paesi del Terzo mondo che ha lo scopo di aumentare la quota di guadagno dei produttori locali, riducendo le intermediazioni e sottraendo il controllo alle grandi imprese multinazionali.

I prodotti di piantagione


I prodotti di piantagione sono spesso la principale risorsa dei paesi del Terzo mondo, ma in realta agli agricoltori locali tocca solo una quota minuscola.
Prendiamo il caso del caffe. La produzione, a differenza di altri alimenti come il te o le banane, non e controllata dalle imprese multinazionali, ma per lo piu dai produttori locali. Tra questi, tuttavia, ci sono enormi differenze: accanto a milioni di piccoli contadini con appezzamenti minuscoli che non superano 1'ettaro, ci sono migliaia di produttori con aziende medie e grandi che arrivano a superare i 1000 ettari e che sono coltivate dai braccianti.
Per capire che cosa significa si puo andare a
visitare una piantagione di caffe in Guatemala.
Arrivarci non e facile e per raggiungerla bisogna
superare diversi sbarramenti, sorvegliati da guardiani armati. A vederli si ha subito 1'impressione di addentrarsi in un campo di lavori forzati.
La realta del resto e quella, poiche la vita dei braccianti della piantagione e durissima: con le loro famiglie vivono in baracche all'interno della piantagione, da cui in pratica non escono mai poiche lavorano fino a 10 ore al giorno nei campi, per 7 giorni
alia settimana. La paga e di mezzo dollaro al giorno. E molto piu bassa dei minimi sindacali fissati dai contratto ma il proprietario della piantagione puo
permettersi di imporre le condizioni, perche le autorita, sempre che ne abbiano 1'intenzione, sono lontane e perche in ogni caso per ogni bracciante che rinuncia per la paga troppo bassa ce ne sono altri pronti a prendere il suo posto.
Cosi ci si pud permettere di ignorare anche le
minime precauzioni igieniche: i braccianti irrorano erbicidi e antiparassitari senza protezioni e spesso, quando fanno la pausa del pranzo, non hanno nemmeno la possibilita di ripulirsi dai liquid! velenosi utilizzati fino a un attimo prima.

Le condizioni di mercato


Stanno meglio i coltivatori individuali? Non
molto, perche anche senza un padrone che li sprona, per riuscire a guadagnare qualcosa devono lavorare altrettanto duramente.
La catena della vendita infatti e lunga: il piccolo produttore deve rivendere al commerciante locale, il quale a sua volta rivende al grossista, che tratta con 1'esportatore, il quale infine rivende alia grande compagnia multinazionale.
II commercio mondiale del caffe e controllato per il 40% da multinazionali commercial!, chiamate cosi perche si limitano a svolgere una funzione di mediazione tra gli esportatori nei paesi di produzione e i piccoli importatori che operano nei luoghi di destinazione. La quota maggiore e invece trattata dalle multinazionali di trasformazione, che acquistano il caffe per lavorarlo e rivenderlo.
La lunga catena delle compravendite spiega cosi la distribuzione dei guadagni. Infatti il prezzo al dettaglio e in media sette volte maggiore di quello pagato ai produttori cosicche per ogni 100 lire spese per una tazza di caffe, 3 andranno ai contadini che 1'hanno coltivato, 10 ad altri operatori locali (i grossisti a diverso livello) e ben 87 alle grandi imprese del mondo occidental e ai rivenditori sul mercato finale.

La proposta solidale


Proprio per owiare a tutto questo oltre trent'anni fa in Olanda alcuni gruppi di volontariato che si occupavano del Terzo mondo ebbero 1'idea di creare un canale di produzione e vendita alternativo a quello delle grandi imprese multinazionali, e cosi e stata creata 1'IFAT (International federation for alternative trade, cioe «Federazione internazionale per il commercio alternative))) piu nota come "commercio equo e solidale".
Oltre a curare la distribuzione dei prodotti, favorisce la creazione di cooperative di produttori e finanzia il decollo delle loro attivita erogando prestiti a condizioni molto diverse e piu "amichevoli" di quelle solitamente richieste dalle banche tradizionali.
L'idea e semplice: evitare nei paesi di produzione le intermediazioni, acquistare direttamente dai contadini, riuniti in cooperativa, i prodotti agricoli, trattarli e distribuirli nei paesi occidental! attraverso le catene di negozi specializzati o la vendita diretta eseguita da cooperative e associazioni volontarie di ogni tipo.
I principi fondamentali su cui si regge il commercio equo e solidale sono quelli di favorire lo sviluppo locale attraverso scelte corrette dal punto di vista etico e rispettose sia dell'ambiente che della cultura locale.
Cosi, 1'associazione promuove la costituzione di cooperative e si impegna a pagare loro un "giusto prezzo", fissato in anticipo e tale da garantire a loro e alle famiglie condizioni di esistenza dignitose.
Nelle piantagioni il lavoro delle cooperative e organizzato con criteri diversi da quelli del massimo profitto: e vietato il lavoro dei bambini e vanno rispettate tutte le norme di sicurezza per evitare malattie e incident!.
Anche le tecniche di coltivazione sono studiate con particolare cura, in modo da rispettare 1'ambiente e non alterare gli equilibri ecologici.
L'organizzazione del commercio equo e solidale si impegna in tutto il mondo a favorire anche la difesa e lo sviluppo di produzioni tipiche della cultura e dell'identita di ciascun popolo, in modo da conservare e diffondere tradizioni produttive che altrimenti andrebbero perdute.

Per un giusto scambio


Equal exchange («giusto scambio») e una delle tante associazioni aderenti all'organizzazione internazionale TransFair.
Ha sede negli USA e tratta prevalentemente con le cooperative di agricoltori del Centre America.
«Noi non guardiamo a Equal exchang come compratori - afferma un coltivatore di caffe del Costarica - la cui principale responsabilita e quella di acquistare il nostro caffe. Noi la consideriamo come un socio che si e assunto come principale responsabilita quella di trattare i contadini come uguali».
Trattare gli agricoltori "come uguali", nel rispetto di tutti i loro diritti: questa e la caratteristica principale con cui le cooperative che si occupano del commercio equo e solidale stabiliscono gli accordi di acquisto e rivendita dei prodotti locali.
Con questi obiettivi nel corso degli anni 1'organizzazione ha raggiunto una consistenza considerevole e nei paesi occidental! e presente in centinaia di migliaia di punti vendita, dai piccoli negozi alle associazioni volontarie e perfino nella grande distribuzione: solo in Italia, Austria e Germania prodotti di questo tipo sono present! in oltre 2400 supermercati.

venerdì 17 novembre 2006





Un quadro del commercio equo si puo ricavare da vari siti, tra cui quelli della
Fair Trade Federation (http://www.fairtradefederation.com),
Fair World (http://www.citinv.it/equo/trade.htm)
Equal Exchange (http://www.equalexchange.com).

L'ACRA (Associazione di cooperazione rurale in Africa e America Latina) all'indirizzo http://www.acra.it/, che si occupa del Sud del mondo e di progetti e microprogetti di intervento benefico, illustra, nelle sue pagine web i principi basilari del commercio equo e solidale, come d'altronde fanno tutte le associazioni, che, oltre a promuovere la diffusione di prodotti alimentari e non, spiegano il significato umanitario, ma anche di sostegno allo sviluppo economico di queste iniziative.